Violino

Struttura

Ha una cassa armonica lunga 35 cm e possiede un archetto di 75 cm ca. Le quattro corde a vuoto sono accordate sulle note Mi, La, Re, Sol. Le loro vibrazioni sono trasmette dal ponticello alla cassa armonica grazie a un delicato e sensibile pezzo di legno detto anima.

Tecnica

L’esecutore regge lo strumento fra la spalla sinistra, su cui si appoggia la spalliera, e il mento che fa pressione sulla mentoniera (disco di ebano introdotto nell’uso intorno al 1820); in tal modo la mano sinistra rimane libera per tastare le corde.

Le corde tese al di sopra di un ponticello sono accordate in modo da produrre, a vuoto, i quattro suoni base indicati sopra; spetta poi alla pressione sulle corde, esercitata lungo il manico delle dita della mano sinistra, accorciare ora più ora meno queste stesse corde in modo da far loro intonare anche gli altri suoni. In genere il dito, mentre preme la corda, viene contemporaneamente mosso in modo da conferire al suono un caratteristico effetto di vibrato.


Diffusione

Apparso verso la fine del Cinquecento, il violino si è via via affermato come il più importante e versatile strumento della famiglia. Nel corso del Settecento si misero in luce vari “virtuosi” come Antonio Vivaldi, Giuseppe Tartini, Giovanni Battista Viotti, che contribuirono ad arricchire notevolmente la tecnica esecutiva; agli inizi dell’Ottocento poi, alcuni esecutori, in particolare Niccolò Paganini riuscirono a ottenere risultati fino ad allora impensabili, che portano il violino ad essere considerato uno strumento di alto virtuosismo.

Timbro

Strumento cantabile per eccellenza, il violino ha un registro medio-acuto di fortissima espressività: è quindi adatto a intonare melodie chiare e tornite.

Particolarità

Nel Seicento e Settecento esistevano violini “tascabili” detti Pochettes (pronuncia poscèt) che venivano utilizzati dai maestri di ballo.

Questi strumenti erano dotati di una cassa di risonanza piccola quanto una mano e di un manico di lunghezza normale.

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I Cordofoni

Sono gli strumenti che producono il suono attraverso la vibrazione di corde. Per corda di uno strumento s’intende un filo teso, fatto di materiali vari quali fibre vegetali, crini, seta. nylon, metallo, nervi e intestini di animali (minugia).

L’altezza del suono di una corda dipende non solo dal materiale di cui è fatta, ma anche dal suo spessore, dalla sua lunghezza e dalla sua tensione. Il suo suono infatti è tanto più grave quanto più è spessa, quanto è più lunga e quanto meno viene tesa, viceversa è tanto più acuto quando essa è più corta.

Le corde producono il suono principalmente in tre modi:

Possono venire pizzicate dalle dita o da un plettro, una piccola lamina di avorio, di plastica, di guscio di tartaruga o di metallo;

Possono essere percosse da un martelletto;

Possono venire strofinate da un archetto che le sollecita continuamente. L’archetto, così chiamato perché una volta aveva la forma di un vero e proprio arco da caccia, è una bacchetta di legno duro, ma elastico sotto la quale è teso un fascio di crini di cavallo (in genere il loro numero varia dai 110 ai 220, a seconda del tipo di strumento). Ad una estremità, detta tallone, è posto un blocchetto di legno che funge da impugnatura per l’esecutore. Un’apposita vite serve a tendere in modo adeguato i crini. Gli strumenti con l’archetto sono comunemente detti “archi”.

In genere l’archetto viene fatto scorrere avanti e indietro sulle corde, ma esistono tantissime maniere di manovrarlo, così da ottenere particolari effetti: l’archetto può venire fatto “saltellare” ripetutamente sulle corde o può venire “gettato” sulle stesse in modo da rimbalzare per inerzia almeno due o tre volte; se poi viene usato in modo leggerissimo, si ottengono suoni assai esili ed acuti, i cosiddetti “suoni armonici”. Un effetto opposto, vale a dire una sonorità assai sorda e secca, si ottiene quando le corde vengono strofinate dal dorso dell’archetto, cioè dalla sua parte di legno (“col legno” è appunto l’indicazione che, in questi casi si trova sulla spartito). Per ottenere poi un suono più ovattato si usa la sordina, una specie di piccolo pettine che viene interposto fra le corde nei pressi del ponticello. Se il dito che tiene la corda non è tenuto fermo, ma viene fatto scivolare in su o in giù, si ottiene il caratteristico effetto del glissando.

C’è poi da osservare che le corde possono anche vibrare per simpatia: una corda che sia intonata ad una certa altezza e che si trovi posta vicino a un’altra accordata a un’altezza simile (cioè all’unisono, all’ottava o alla quinta) si pone spontaneamente a vibrare quando viene sollecitata dalle vibrazioni dell’altra.


La costruzione e il restauro sono affidati ai liutai, abilissimi artigiani che conoscono quale tipo di legno, quale tipo di vernice, quale tipo di corde sono necessari per la resa migliore di ogni strumento. Molto famose nel mondo sono le famiglie di liutai cremonesi vissute nel corso del Seicento e del Settecento: Stradivari, Amati, Guarnieri del Gesù; esse infatti ci hanno lasciati strumenti finora insuperati nella resa sonora. Ancora oggi la “scuola di Cremona” è molto apprezzata, al punto da accogliere allievi da tutto il mondo. Gli archi più importanti sono il Violino, la Viola, il Violoncello e il Contrabbasso: essi hanno formato la base dell’orchestra moderna e rappresentato tuttora la sezione più numerosa dell’orchestra stessa.

Buona Musica!