Pérotin – Viderunt Omnes

Ecco uno dei primi esempi di polifonìa, cioè di sovrapposizione di più voci autonome e dotate di note diverse; si tratta di un organum risalente alla prima metà del XIII secolo e fondato sul seguente testo latino:

Testo:

Viderunt omnes, fines terrae salutare Dei nostri.

Jubilate Deo omnis terra.

Traduzione:

Tutti i confini della terra,  hanno vista la salvezza che ci ha recato Iddio nostro.

Ogni terra giubili al Signore!

E’ un brano a quattro voci che si pongono a reciproca distanza d’ottava, di quarta e di quinta e che quindi utilizzano gli intervalli a quell’epoca avvertiti come più consonanti.
La voce più grave, il Tenor (o Vox Principalis), intona a valori lunghi la linea melodica originale del repertorio gregoriano e funge da Cantus Firmus (canto fermo, tenuto): al disopra di essa si trovano le tre voci “organali”, notate come le sillabe delle parole Viderunt Omnes vengano enunciate assai lentamente dalla voce “principale”;

le tre voci “organali” si muovono invece in modo più animato e creano al di sopra del Tenor un’incessante serie di arabeschi sonori; esse procedono in modo parallelo e adottano formule ritmiche fisse e costantemente ripetute.

Pérotin

Pérotin (o anche Perotino), fu un compositore francese, la cui attività culminò fra gli ultimi anni del XII secolo e i primi anni del tredicesimo secolo.
È stato l’esponente di spicco della cosiddetta Scuola di Notre-Dame ed è uno dei pochissimi compositori della sua epoca di cui ci sia stato tramandato il nome e di cui sia certa l’attribuzione almeno di alcune composizioni.

Contribuì all’ampliamento del Magnus Liber Organi (“Grande libro di organum“, una raccolta di composizioni musicali messa insieme dal magister Leoninus).
Aumentò il numero delle voci superiori e compose organa a tre e a quattro voci (organa tripla e quadrupla).
Le opere attribuite a Pérotin includono: il Viderunt omnes e il Sederunt principes a quattro voci, l’Alleluia, a tre voci; Dum sigillum summi Patris a due voci e la monodia Beata viscera. Il Viderunt omnes fu eseguito per la prima volta nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi il giorno di Natale del 1198 e questa è la prima data certa di tutta la storia della musica. Il Sederunt Principes fu eseguito invece il 26 dicembre 1199, sempre nella cattedrale di Parigi.
Viene citato dall’Anonimo IV e definito: “optimus discantor” (ottimo compositore di discanti).

Buona Musica!

La nascita della Polifonia

Verso il X secolo incominciarono a prodursi all’interno della musica gregoriana i primi esperimenti di Polifonia, cioè di canto non più monodico, ma formato da diverse linee melodiche sovrapposte: in altre parole il coro si divideva in due o più gruppi e ciascun gruppo intonava una sua linea melodica ben precisa.

Queste forme di polifonia ebbero il nome di Organum (plurale: organa): i primi esempi furono a due voci (o per due gruppi di cantori) e più tardi anche a tre e quattro. La melodia gregoriana originale era detta Voce Principale, quella aggiunta per formare l’organum era detta Voce Organale.

Tali voci potevano così procedere in tre forme diverse;

  • per moto parallelo, quando entrambe si muovevano nello stesso senso:
  • per moto obliquo, quando una voce ripeteva una nota e l’altra invece saliva o scendeva;
  • per moto contrario, quando una saliva e l’altra scendeva.

Poiché “nota” in latino era detta punctum, tale procedimento ebbe il nome di punctum contra punctum, cioè di “nota contro nota”: da qui scaturì il nostro termine Contrappunto che indica il movimento

Le principali forme.

Le prime forme di Organa si svilupparono a Parigi, presso l’ambiente della cosiddetta Scuola di Notre Dame (la celebre cattedrale di Parigi); qui incontriamo i nomi dei due primi compositori della nostra civiltà: PérotinLéonin.

Fra le più importanti forme di canto polifonico sviluppatosi durante il XIII secolo ricordiamo il Conductus, canto da essere “condotto” in processione,

il Rondellus, canto profano caratterizzato da una melodia che ritornava più volte come in un cerchio,

e il Mottetto, brano a tre voci che sovente sovrapponeva testi diversi, anche di genere opposto, come sacro e profano, in questi casi ebbe il nome di “mottetto politestuale”.

Buona Musica!