Teoria nella musica delle civiltà antiche

Le basi della Teoria Musicale studiata ed applicata nel nostro Medioevo ha le sue origini dalla musica dell’Antica Grecia. In quella civiltà infatti venivano utilizzate varie successioni di Tetracordi, cioè di quattro suoni separati da intervalli di tono e di semitono.

“Agganciando” due tetracordi successivi si dava luogo a tre tipi fondamentali di scala:

DoricaFrigiaLidia

Scale che con varie modifiche, sarebbero state riprese dai nostri teorici del Medioevo.

L’attuale nome delle note si deve al più grande teorico del Medioevo Guido d’Arezzo (995-1050) il quale, oltre il suo Tetragramma (un rigo musicale formato da quattro linee e tre spazi), per dare il nome alle note si servi delle prime sillabe di sei versetti (emistichi) di un conosciutissimo inno di quei tempi in onore di San Giovanni:


Questo inno, come si può vedere dalla musica, presentava poi una particolare caratteristica: la nota corrispondente alla prima sillaba di ogni verso saliva di un grado così da formare una scala di sei note chiamata Esacordo.

Era nata la Scala Moderna, allora di sei note (Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La): era il principio base per lo sviluppo della futura Scala Musicale.

Nel 1500, con il sommo teorico musicale Gioseffo Zarlino, si fissa il nostro attuale pentagramma (5 righe e quattro spazi), s’incomincia a suddividere la musica in misure o battute mediante le stanghette verticali, si aggiunge la settima nota Si, che risulterà dalla fusione delle iniziali Sancte Joannes.

Nel corso della metà del 1600 la nota Ut sarà modificata in Do.
Il nome attuale deriva probabilmente dalla prima sillaba di Dominus (“Signore” in senso cristiano), ed è stato introdotto perché, uscendo in vocale, si pronuncia in modo più fluido nel solfeggio, mentre la “t” finale di ut può essere causa di fastidi nella pronuncia.

Il nome è stato attribuito a Giovanni Battista Doni, il quale nel XVII° secolo avrebbe sostituito “Ut” con la prima sillaba del proprio cognome; in realtà l’uso della sillaba “Do” è attestato già nel 1536 (molto prima della nascita di Doni) in un testo di Pietro Aretino.

Buona Musica!

La musica nelle civiltà antiche

La musica ha origini antichissime e ne troviamo traccia nelle più remote civiltà e religioni.

Lo possiamo accertare leggendo i racconti mitologici, i testi poetici, i documenti storici di quelle culture, o anche esaminando i bassorilievi, le pitture, gli affreschi, le statue che hanno riferimento al mondo della musica; grazie a queste raffigurazioni possiamo capire, ad esempio, come erano fatti e suonati alcuni strumenti, in quali circostanze (feste, parate militari, riti sacri) si esibivano cantori, danzatori, suonatori.

E’ da queste antiche civiltà, in particolare da quelle fiorite attorno al bacino del Mediterraneo o nelle più immediate vicinanze, che è nata la nostra; per cui anche la musica di cui noi ci serviamo trova le sue radici più profonde proprio in questi popoli vissuti tanti secoli fa.

Queste civiltà sono:

  • La Mesopotamica (sviluppatasi nella regione mediorientale, compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, dove vissero i Sumeri, i Babilonesi, gli Assiri, i Caldei, ecc.)
  • L’Egiziana
  • L’Ebraica
  • La Greca
  • La Romana
  • L’Araba

Tutte queste civiltà hanno lasciato, in maggiore o minore misura, testimonianze che hanno influenzato la nostra: nell’uso della musica, nei generi e nelle forme impiegate, nel tipo di strumenti, nella teoria.

Buona Musica!