L’uso della Musica nelle civiltà antiche

Il principale impiego della musica è sempre stato in ambito religioso: una delle prime testimonianze musicali giunte a noi, appartenente alla civiltà babilonese e risalente al 2022 a.C., è appunto un pezzo sacro, una Liturgia e Preghiera al Dio della Luna, cioè è un’invocazione a questo dio per ottenere la sua protezione sulle greggi e sui raccolti.

La musica inoltre era presente, come lo sarebbe stato anche da noi, negli aspetti della vita sociale laica, come feste, banchetti e spettacoli: in Mesopotamia ad esempio sappiamo che i musici erano tenuti in gran conto: i generali assiri vittoriosi, quando decretavano l’uccisione degli abitanti di una città sconfitta, risparmiavano costoro e li inviavano come bottino di guerra, a Ninive, la capitale del regno, perché qui svolgessero la loro attività.

Anche in Egitto la musica aveva largo spazio in tutti i riti, pure in quelli funebri, ove serviva a simboleggiare la sopravvivenza dell’uomo al di là della morte con la rievocazione del mito di Osiride, il dio che nasce, che muore e che risorge in un perpetuo ciclo vitale.
Ed è significativo che lamenti funebri venissero intonati pure nel corso della mietitura: anche il grano, infatti, veniva identificato con Osiride ed il continuo rinascere della pianta era un simbolo del continuo rigenerarsi della vita, celebrato con l’intervento della musica.

Pure di genere sacro sono alcune delle prime testimonianze musicali della civiltà greca: si tratta di due Inni di Delfi (un centro dedicato al culto del dio Febo, cioè di Apollo) incisi su lastre di marmo e risalenti al II secolo a.C.

Della civiltà greca ci sono giunte varie composizioni liriche, su testi di genere amoroso, politico e civile, ad opera di Saffo, di Alceo ed altri, che venivano cantate in svariate occasioni. Nell’Odissera di Omero incontriamo inoltre la tipica del cantore che intrattiene gli ospiti durante un banchetto. Nelle tragedie greche la musica era molto importante: ce lo prova tra l’altro un frammento dell’Oreste di Euripide, che ci è giunto con il corredo di alcune note musicali.

Presso i Romani era poi significativa la cerimonia religiosa del Tubilustrium, durante la quale venivano “purificati” con riti e preghiere i vari strumenti musicali come la tuba e il cornus.
A Roma la musica aveva largo spazio a teatro: essa veniva suonata negli intervalli delle commedie oppure accompagnava scene di danza; ed anche le rappresentazioni di mimi erano supportate dalle esecuzioni di una nutrita orchestra.

I libri dell’Antico Testamento testimoniano l’uso della musica in ambito sacro presso gli antichi Ebrei: fra l’altro al re Davide, che fu abile cantore e musico, è attribuita la composizione di buona parte dei Salmi, preghiere che venivano cantate con accompagnamento strumentale e che sarebbero in seguito entrate a far parte anche del rito cristiano.

Anche nella nostra civiltà musicale le prime e più importanti testimonianze del genere saranno appunto riferite al mondo sacro, ne abbiamo un chiaro riferimento con il canto gregoriano.

Nel corso del basso Medioevo, infine si afferma nella civiltà occidentale la figura del musicista-poeta, come i Trovatori, Trovieri e Minnesänger, dediti alla composizione di brani di contenuto amoroso, politico e civile.

Buona Musica!